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Tar Lazio accoglie ricorso Stamina, sospesa bocciatura metodo

a cura di: Prof.ssa Anna Maria Froio

Roma, 4 dic. (Adnkronos Salute) – Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso della Stamina Foundation e ha sospeso la bocciatura del metodo da parte del comitato scientifico nominato dal ministero della Salute.

“Non è stata garantita l’obiettività e l’imparzialità del giudizio, con grave nocumento per il lavoro dell’intero organo collegiale”. Con questa considerazione il Tar del Lazio ha considerato “ammissibile e anche provvista di sufficiente concretezza” una delle motivazioni avanzate nel ricorso presentato da Stamina Foundation contro la bocciatura del metodo. Davive Vannoni, fondatore di Stamina Foundation, ha sempre sottolineato infatti come i componenti del Comitato si fossero già espressi negativamente contro il metodo prima di essere nominati dal ministero della Salute.

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  • Un’eccellenza italiana

    a cura di: Michela Trotta e Valeria Riolo

    La storia che  vogliamo raccontare è quella che ha per protagonisti due ricercatori italiani: Graziella Pellegrini e Michele De Luca che da 25 anni studiano  le cellule staminali epiteliali e le loro applicazioni nel campo della medicina rigenerativa.

    I due ricercatori si occupano in particolare delle cellule staminali corneali, cioè cellule capaci di ricostruire la cornea, quella parte trasparente dell’occhio  situata sopra l’iride che consente alla luce di passare rendendo possibile la visione. Può succedere, a volte, che la cornea venga danneggiata da traumi o dal contatto accidentale con sostanze chimiche aggressive, determinando la perdita della vista. Al confine tra la cornea e la parte bianca dell’occhio è presente il  limbus, costituito da cellule staminali capaci di ricostruire la cornea stessa.  I due ricercatori hanno scoperto che basta prelevarne una piccolissima parte, anche solo un millimetro,  per ottenere in laboratorio un lembo di epitelio corneale che può poi essere impiantato nell’occhio al posto di quello danneggiato, restituendo la vista al paziente.  A distanza di più di 10 anni dai primi impianti i dati testimoniano che circa tre pazienti su quattro hanno riacquistato la vista.

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  • Cellule staminali pluripotenti indotte: nuove frontiere

    a cura di: Maria Vittoria Benvenuto e Angela Deodato 

    Le cellule pluripotenti indotte (iPSC) sono cellule in grado di autorinnovarsi e trasformarsi in vari tipi di cellula o tessuto dell’organismo. Nel 2006 un gruppo di scienziati giapponesi guidato dal professor Shinya Yamanaka  (vincitore per questa scoperta del premio Nobel per la medicina nel 2012) riuscì ad ottenere le cellule staminali pluripotenti indotte inserendo quattro particolari geni nei fibroblasti di un topo e, alla fine dell’anno successivo, in quelli umani tramite vettori retro-virali  in grado di riprogrammare il genoma di cellule specializzate (come i fibroblasti embrionali di topi o umani)  e di farle ritornare in uno stato simile a quello delle cellule staminali embrionali, ottenendo così la possibilità di generare diversi  tipi cellulari.

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